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Tassa di successione: di cosa si tratta e come funziona

Tassa di successione: di cosa si tratta e come funziona

La tassa di successione, esattamente detta imposta sulle successioni e donazioni, è dovuta dagli eredi per i beni e diritti ereditati. L’imposta si applica alla base imponibile dei beni, ovvero sul loro valore, eccedendo però la franchigia prevista in base al rapporto di parentela che intercorre tra il beneficiario e chi è venuto a mancare.
La tassa di successione è dovuta dagli eredi e dai legatari. La dichiarazione di successione deve essere presentata entro dodici mesi dalla data del decesso, che coincide con l’apertura della successione.
Ma vediamo nello specifico come funziona l'imposta di successione.


Per prima cosa la dichiarazione di successione

La dichiarazione di successione come noto deve essere presentata dagli eredi, legatari, dai loro legali rappresentanti, dagli amministratori dell'eredità, dagli immessi nel possesso dei beni e dai curatori dell'eredità giacenti del defunto e legatari.
Non c'è obbligo di presentare la dichiarazione se l'eredità è devoluta al coniuge e a parenti in linea retta del defunto, e se la base imponibile ha un valore non superiore a 100.000 euro e non comprende beni immobili o diritti reali immobiliari. Queste condizioni possono venire a mancare in caso di trasferimenti di beni esistenti all’estero, trasferimenti a favore dello Stato o delle Regioni, di enti pubblici e ONLUS, di fondazioni o associazioni legalmente riconosciute che abbiano come scopo l’istruzione, lo studio, la ricerca scientifica, eccetera (dimostrando però, entro cinque anni dalla data di devoluzione, di aver impiegato quanto ricevuto per i suddetti scopi), trasferimenti a favore di movimenti e partiti politici, o di aziende familiari, individuali o collettive.


Tassa di successione, imposte e franchigie

La tassa di successione si applica a tutti i beni caduti in eredità, calcolando però aliquote e franchigie differenziate a seconda del grado di parentela tra defunto e beneficiario. Le aliquote e le franchigie stabilite per la tassa di successione sono state previste dall’articolo 2, comma 48, del D.L. n. 262 del 2006 che ha modificato l'originario impianto fiscale in materia.

In particolare, per i trasferimenti in favore del coniuge o di parenti in linea retta (figli, nipoti, genitori, ecc.) l’imposta è dovuta solo sulla base imponibile che supera la franchigia di un milione di euro, con aliquota pari al 4% del valore ricevuto.
In caso di trasferimenti in favore di fratelli o sorelle l’aliquota è pari al 6%, con una franchigia per beneficiario pari a 100mila euro.
Nel caso di trasferimenti destinati ad altri parenti fino al quarto grado (es zio-nipote) non si applica alcuna franchigia, mentre l’aliquota resta al 6%.
 
Per i trasferimenti verso altri soggetti, anche estranei alla famiglia, l’aliquota è dell’8% e non sono previste franchigie.

Alcune tipologie di beni sono considerate escluse dall’imposta e non rientrano quindi nel valore della base imponibile. 
Tra queste esenzioni troviamo titoli di stato italiani o europei, buoni postali, polizze sulla vita, il TFR ed eventuali veicoli iscritti nel Pubblico Registro Automobilistico.
Occorre precisare che in linea generale, oltre a detta imposta di successione, si devono pagare le imposte catastali (1%) e ipotecarie (2%) sul valore catastale degli immobili.


Tassa di successione, la base imponibile: di cosa si tratta?

La base imponibile è un dato importantissimo, perché su di essa si calcolano le aliquote indicate. Si tratta del valore complessivo netto dei beni caduti in successione, ovvero della differenza tra il valore complessivo dei beni dell’attivo ereditario e dell’ammontare complessivo delle passività ereditarie deducibili e degli altri oneri che possono essere detratti.

La determinazione del valore dipende dall’attivo ereditario, ovvero da tutti i beni e i diritti trasferiti.
Sono esclusi dall’attivo le indennità di fine rapporto in caso di morte di chi presta lavoro, i crediti contestati giudizialmente, i crediti verso lo Stato e altri enti pubblici territoriali, e i titoli di Stato.
Al contrario, sono compresi nell’attivo ereditario i gioielli e i beni materiali (tra cui mobili e denaro) per un importo presunto pari al 10% del valore globale netto imponibile.

Sono invece deducibili i debiti del defunto esistenti alla data di apertura della successione, le spese mediche e chirurgiche degli ultimi mesi di vita e le spese funerarie, purché non superiori ai 1.032,91 euro.

La base imponibile per gli immobili presenti nell’attivo ereditario dipende dal valore catastale degli immobili alla data di apertura della successione. Il valore catastale si ottiene applicando alla rendita catastale degli specifici coefficienti: 115,5 se per la prima casa e relative pertinenze,126 per gli altri immobili destinati ad uso abitativo e per le categorie catastali C (C/1 esclusa) e B, 63 per le categorie A/10 e D e 42,84 per la categoria  C/1. Per i terreni, invece, si applica il coefficiente 112,5.


Tassa di successione: come redigere la dichiarazione

La dichiarazione di successione va presentata esclusivamente in via telematica.
L’ufficio dell’Agenzia delle Entrate competente è quello presente nella circoscrizione dell’ultima residenza del defunto. Se il defunto è venuto a mancare all’estero ma prima ha avuto residenza in Italia, allora l’ufficio di riferimento è quello dell’ultima residenza italiana conosciuta. Successivamente ai controlli effettuati dall’Agenzia delle Entrate verrà rilasciata una ricevuta contenente gli estremi di registrazione della dichiarazione.

Nel momento in cui viene presentata la dichiarazione di successione il dichiarante è tenuto al pagamento delle imposte ipotecarie e catastali, dell’imposta di bollo, e dei tributi speciali che si pagano in autoliquidazione secondo varie modalità. Innanzitutto, la dichiarazione può essere presentata direttamente dal dichiarante, con pagamento effettuato tramite addebito diretto sul conto corrente. Se la dichiarazione viene presentata da intermediario abilitato, il pagamento andrà effettuato con addebito on line sul conto corrente di chi presenta la successione telematica.
 
Nella dichiarazione è necessario indicare l’albero genealogico con tutti i dati del coniuge e dei soggetti beneficiari legati al defunto per parentela. Inoltre, è obbligatorio presentare la dichiarazione del certificato di morte e dello stato di famiglia alla data del decesso, l’autocertificazione dello stato di famiglia degli eredi, le visure catastali degli immobili ed eventuali conti correnti e libretti di risparmio, oltre a certificati di destinazione urbanistica quando in successione ricadono dei terreni edificabili.

Inoltre, è importante dichiarare se vi è qualcuno che rinuncia all’eredità: in questo caso l'atto di rinuncia andrà allegato alla dichiarazione.
È necessario allegare anche copia dei documenti di prova delle passività, copia autentica del documento, con data anteriore all’apertura della successione, comprovante i debiti del defunto preesistenti, ovvero del provvedimento giurisdizionale definitivo e i documenti di prova delle deduzioni, riduzioni e detrazioni di cui si intende fruire.


Liquidazione dell’imposta di successione

Per quanto riguarda la liquidazione dell’imposta, l’Ufficio di Registro la liquida sulla base della dichiarazione di successione presentata. 
L’ufficio può procedere alla rettifica della liquidazione nel caso in cui ritenesse che la dichiarazione risulti incompleta o infedele alla realtà. La rettifica viene notificata entro due anni dal pagamento dell’imposta principale. Se la dichiarazione di successione è stata omessa, l’imposta è accertata e l’imposta viene liquidata d’ufficio. L’imposta è dovuta anche se la dichiarazione viene presentata oltre il termine di decadenza di cinque anni dalla scadenza del termine.


Tassa di successione: sanzioni per dichiarazione omessa

In caso di dichiarazione di successione omessa si applica una sanzione che va dal 120% al 240% dell’imposta liquidata. Se non è dovuta imposta si applica la sanzione amministrativa che può andare dai 250 ai 1.000 euro. In caso di ritardo nella dichiarazione non superiore ai 30 giorni, si applica la sanzione amministrativa dal 60% al 120% dell’imposta liquidata o sanzione amministrativa da 150 a 500 €. Il mancato pagamento, anche parziale, delle imposte comporta una sanzione amministrativa pari al 30% di ogni importo non versato, ma è possibile effettuare il pagamento con una sanzione ridotta prima che avvenga l’accertamento da parte dell’ufficio.

È importante per la compilazione della dichiarazione di successione rivolgersi ad un professionista esperto e competente. Il Notaio Sartori di Grezzana, iscritto al Collegio Notarile di Verona, potrà assistere il cittadino sotto tutti gli aspetti della successione e sulle tematiche a questa collegate.