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La riforma del diritto di famiglia con la legge 19 maggio 1975 n. 151 rappresenta una svolta nella legislazione italiana, introducendo importanti cambiamenti che hanno influenzato le dinamiche familiari, le relazioni fra i coniugi, introducendo una maggiore parità tra gli stessi e la tutela dei figli minori.
Prima della riforma, il marito era il capo della famiglia, con diritti prevalenti rispetto alla moglie sia in ambito patrimoniale che decisionale; la moglie rivestiva un ruolo subordinato con limitate possibilità di autonomia economica e giuridica.
La riforma del 1975 ha introdotto una serie di modifiche significative tra cui:
-Uguaglianza tra i coniugi: in conformità all'articolo 29 della Costituzione è stato stabilito il principio che i coniugi hanno pari diritti e doveri all'interno del matrimonio e della famiglia; è stata abolita la figura del marito capo-famiglia;
-Regime patrimoniale: è stato introdotto il regime della comunione dei beni come regime patrimoniale legale, consentendo però ai coniugi di adottare il regime della separazione dei beni, regime patrimoniale vigente prima della riforma. L'introduzione della comunione legale è stata voluta per venire incontro al coniuge più debole, di regola la moglie, per una sua maggiore tutela economica e quale riconoscimento del lavoro casalingo svolto.
-Tutela dei minori: aspetto molto importante in tema di minori é l'aver stabilito che le decisioni riguardanti la loro vita debbano essere assunte nell'interesse degli stessi; norme a tutela sono state stabilite sempre nell'interesse dei figli minori nel caso di separazioni e divorzi dei genitori. È stato stabilito che entrambi i coniugi devono provvedere al mantenimento, educazione, istruzione dei figli.
-Separazione e divorzio: sono state semplificate le procedure della separazione personale fra coniugi e del divorzio.
-Tutele in sede di successione: ai coniugi sono stati riservati dei diritti minimi, cosiddetti diritti di legittima, con attribuzione di quote di patrimonio in piena proprietà, nonché il diritto di abitazione della casa familiare. Diritti che spettano sia nel caso che alla successione concorra il solo coniuge superstite, sia nel caso di concorso con figli o fratelli o ascendenti del coniuge defunto.
Il diritto di famiglia ha subito successivamente altre modifiche sia per interventi della Corte Costituzionale sia per interventi del legislatore al fine di adeguare la normativa alle nuove e mutate realtà sociali.
I costumi si evolvono, cambiano le sensibilità, le relazioni sociali. Oggi si parla di "diritto delle famiglie" e non più di "diritto di famiglia".
Con la legge Cirinnà n.76 del 20 maggio 2016 sono state poi riconosciute altre forme di aggregazione e di partenariato solidaristiche fra persone quali le unioni civili tra persone dello stesso sesso e le convivenze di fatto.
Conclusioni
A cinquant'anni dalla Riforma del Diritto di Famiglia si è verificato un cambiamento significativo nelle strutture della famiglia italiana contribuendo ad una maggiore consapevolezza dei diritti nell'ambito della famiglia ed alla promozione della cultura di rispetto di parità fra i coniugi.
Il diritto deve sempre adeguarsi per rispondere alle esigenze di una società in continua trasformazione garantendo la tutela dei diritti di tutti i membri della famiglia e soprattutto dei più deboli.